RENZO ARDITO

Inizia la sua attività nel campo delle pavimentazioni plastiche e crea, con i fratelli, la ditta Fratelli Ardito e la società commerciale per la distribuzione di pavimenti “Edilmoquette spa”. Queste due società vanno a gonfie vele, quando nel 1979 Renzo Ardito da’ una vera e propria svolta alla sua vita di imprenditore di successo nel settore delle pavimentazioni e sceglie di dedicarsi a tempo pieno alle attività di imprenditore turistico.

L’occasione è offerta dai vertici storici della Società Lignano Pineta i quali si rivolgono anche a lui perché avvenga il passaggio generazionale dai fondatori ad una nuova compagine sociale.

Da imprenditore nato, Renzo Ardito coglie l’occasione senza pensarci un minuto e si dedica anima e corpo a questa nuova avventura,

anche se questo implica
il fatto di lasciare il campo che fino a quel momento gli aveva dato grandi soddisfazioni.

Si butta quindi a capofitto nella nuova impresa e per molti anni condivide speranze, entusiasmi e anche delusioni con Renato Martin, amico fraterno e socio con cui realizza negli anni ’80 opere che hanno regalato un nuovo volto a Lignano: il porto turistico di Marina Uno, con l’albergo omonimo, e la passeggiata a mare di Lignano Pineta, con la ristrutturazione delle rotonde.

Negli anni ’90, oltre a giungere alla definitiva sistemazione societaria in capo a lui e alla sua famiglia, realizza ulteriori opere quali il Parco del Mare e la ristrutturazione del bar Tenda e della Granseola, luoghi frequentatissimi dagli ospiti di Lignano.

Renzo Ardito aveva anche una vera e propria passione per l’arte ed una delicata sensibilità artistica. All’interno del Parco del Mare egli ha infatti fatto collocare per la pubblica fruizione una collezione privata di sculture che ogni anno viene incrementata grazie al Simposio di Scultura che lì si tiene.

Non solo, si era anche impegnato a costituire la Fondazione Marcello D’Olivo con l’intenzione che essa ospitasse circa 500 opere in quadri e disegni architettonici del grande architetto che tanto ha inciso sull’aspetto della località.

Personalità spumeggiante ed eclettica, è stato anche molto presente in campo sportivo.

é stato infatti membro del Consiglio di Amministrazione dell’Udinese calcio quando il Presidente era Teofilo Sanson e quando l’Udinese è tornata in serie A, oltre che consigliere della squadra di pallacanestro di Udine in serie A, Presidente della squadra di rugby di Udine in serie A e di una squadra di serie A di basket femminile.
Instancabile, caparbio, sempre pronto a cogliere nuovi spunti guardando al futuro, non ha solo dotato Lignano di strutture architettoniche importanti, ma anche idee da regalare agli ospiti per rendere il loro soggiorno a Lignano sempre più piacevole, come ad esempio “L’incendio del Mare”, uno spettacolo di fuochi artificiali di altissimo livello ideato da Renzo Ardito e Ciro Manfredonia.

Con la sua scomparsa Lignano perde una colonna portante del suo sviluppo. Palpabile è il dispiacere che la sua scomparsa ha causato in coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e che di lui serbano tanti e tanti ricordi.

Tra questi vorremmo riportare le voci di alcune persone che gli sono state vicino.

Per prima quella dell’architetto Ferdinando Anichini, che con l’architetto Bernardis ha progettato l’ampliamento di Marina Uno, realizzato nel 1983. Egli ricorda il coraggio come un tratto distintivo del carattere di Renzo Ardito “che aveva un grande spirito lavorativo. Anche nei momenti difficili, Renzo combatteva sempre. E’ stato in grado di portare a compimento i suoi intendimenti. Non mollava mai; con la calma e la tenacia ha risolto tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare e ha lavorato fino agli ultimi giorni con la stessa dedizione del primo giorno”.

Rino Ardito, fratello di Renzo, ha portato avanti l’attività iniziata insieme. Dei primi lavori eseguiti assieme ricorda con particolare piacere quello della pavimentazione delle colonie di Piani di Luzza, dove il capo cantiere era Marcello Peschiutta.
Con altrettanto affetto ricorda anche come Renzo una volta l’anno non mancasse mai di riunire a Moruzzo tutta la famiglia che aveva nella propria madre il grande collante.